Gli Unmade Bed si formano a Firenze nel 2007, nello stesso anno pubblicano il loro primo EP, “The Narrow Room” con il quale danno inizio ad un’intensa attività live che li vede figurare anche come “Opening act” per i concerti di Robin Guthrie (ex Cocteau Twins), American Music Club e Jennifer Gentle. Nel 2009 Seahorse recordings pubblica il loro LP d’esordio “Loom” cui fa seguito un tour nazionale con tappe presso alcuni dei più importanti live club italiani (Calamita, INIT, Lomax, Viper Theatre…). Alla fine del tour, due membri (Claudio Gattini e Tommaso Tombelli) abbandonano il gruppo determinando la riconfigurazione in trio dell’attuale formazione composta da Lorenzo Gambacorta, Vincenzo Zingaro e Matteo Magrini. In questo assetto, gli “Unmade Bed” registrano e pubblicano nel 2011 per Red Birds Records/Audioglobe/New Model Label il loro secondo album, “Mornaite Muntide”. Il disco vanta il primato italiano di LP registrato integralmente ed esclusivamente con tecnica di ripresa binaurale e viene accolto in termini entusiastici dalla critica, rappresentando un piccolo “caso” discografico nazionale. Nel 2012 la band ha collaborato alla compilation di MagMusic “One Of My Turns, A Tribute To Pink Floyd” con una cover di “Crying Song”, iniziando formalmente a produrre materiale per il terzo LP di prossima pubblicazione.
Sullo split: l’idea è nata dalla forte affinità tra le due band e dalla stima reciproca che le ha portate spesso a condividere palchi e progetti. Gabriele Chinè (LATG) e Vincenzo Zingaro (UB) hanno lavorato in tandem ad una sonorizzazione del cortometraggio “Alice in Wonderland” di Cecil M. Hepworth, e in seguito a questa collaborazione è risultato naturale coinvolgere attivamente le due band, reciprocamente incuriosite dai metodi compositivi e produttivi adottati. Il risultato è un “flash”, un’impressione sui mondi onirici, devianti e sensuali dei due collettivi colti nell’atto di influenzarsi a vicenda condividendo lo stesso ambiente lavorativo sia fisicamente (i brani sono stati registrati tutti nello stesso periodo e nel nostro ex-studio) che idealmente, mostrando come letture decisamente diverse degli stessi spunti possano creare un proprio spazio “non euclideo”.