Lisa Richards – “Beating Of The Sun”
il quinto album dell’artista australiana – dal 5 Febbraio 2013 in tutti gli store digitali da New Model Label
In tour in Italia dall’8 al 14 Aprile 2013
Link: www.lisarichardsmusic.com
www.newmodellabel.com/lisa-richards/
L’onestà di ciò che viene cantato e la verità di ciò che resta non detto, un’unione di fragilità e forza: rivelazioni nascoste tra le righe delle canzoni di Lisa Richards.
Nel suo quinto album “Beating of the Sun”, le sfumature vocali di Lisa sono esaltate da nuove sonorità, violoncello, fisarmonica e melodica che si innnestano su una struttura di chitarre, basso ed organo, regalando un suggestivo tappeto sonoro, tra luce accecante e oscurità.
Originaria delle verdeggianti coste del nord est australiano, Lisa é cresciuta in un paese delle meraviglie tropicale fatto di foreste, spiagge e cascate.
Ma nonostante i paesaggi naturali circostanti fossero tranquilli, la sua vita famigliare non lo era affatto.
Ottava figlia di padre psichiatra e madre musicista, Lisa si dedica amorevolmente alle cure della madre dopo che la stessa viene coinvolta da un tragico incidente che la rende disabile a causa di lesioni cerebrali.
“Le dinamiche famigliari cambiarono drasticamente e persi il mio status di figlia minore. Dovetti crescere in fretta“.
In quel momento gli ascolti musicali di Lisa erano davvero vari e si bilanciavano tra tutto ciò che ascoltava nei clubs, Lou Reed, Iggy Pop e The Cure, e ciò che veniva ascoltato a casa, Edith Piaf, Nana Mouskouri, Al Jolson, Eddie Cantor ed i musicals di Broadway. Contemporaneamente, i libri le aprirono una porta verso altri mondi: “Ero una lettrice vorace” ricorda. “Avrei letto libri come la trilogia del “Signore degli Anelli” o John Steinbeck dall’inizio alla fine in una sola seduta“.
La malinconica innocenza dell’infanzia é evocata dalla canzone “Before I was a Girl” dove Lisa rivisita la breve tregua dell’infanzia prima che i ruoli di genere determinassero l’esperienza.
“Pensavo sarei stata un’adulta una volta che avessi indossato scarpe coi tacchi alti e portato una borsetta” dice, “Non è mai successo; ho passato più tempo nella vita portando uno zaino“.
All’età di 20 anni e dopo anni di dedizione a studi classici di canto, Lisa debutta alla guida di un gruppo punk, nel momento in cui la sua vita personale segnata da abuso di sostanze, rapporti di sfruttamento e coinvolgimento in una setta “new age”, diventava sempre più turbolenta.
Poi arriva il giorno del grande salto di qualità.
“Andai negli Stati Uniti perché il cuore me lo suggerì. Sentivo la necessità di andare a New York e suonare” ricorda “E’ stato fantastico, non avevo mai visto così tante tonalità di colori di pelle, acconciature e gente sui treni che leggeva quotidiani in così tante lingue diverse… e divenni così, parte di quella enorme e brulicante umanità“.
E proprio a New York, il pubblico di club storici come Bitter End, Tramps e The Mercury Lounge apprezzò da subito la trasparenza delle canzoni e le performances intimistiche di Lisa.
Il caso poi la guidò fino ad Austin (Texas) durante l’imponente manifestazione cinematografica e musicale “SXSW” dove si esibì affascinando la comunità creativa della città.
“Intellettualismo, creatività e il senso di una città coi piedi per terra. La gente diceva: “Devi trasferirti qui. Nessuno me lo aveva mai detto prima”.
Nel tempo, Lisa ha fatto di Austin la sua casa, é stata in tour, si é esibita, ha scritto e insegnato composizione e registrato 4 Album.
Lisa è stata poi accolta da diversi festivals americani ed a questi, sono seguiti tour che l’hanno portata nel Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio e Australia contribuendo ad espandere la sua audience internazionale.
Come un bambino che può perdersi nella letteratura, l’immersione nei libri continua tuttora ad ispirare le sue canzoni.
La pungente oscurità di due tracce incise sull’Album “Beating of The Sun”: “First Sin” e “Into Graves” sono state ispirate dalle vicende sull’Olocausto raccontate da Jenna Blum nel libro: “Those Who Save Us”.
“Open”, invece, è stata scritta dopo la visione di un documentario sull’India:
“E’ una canzone che parla di come bambini che crescono in povertà sono ancora capaci di sorridere e ridere“.
Il tema del CD si è rivelato a Lisa soltanto alla fine della scrittura delle canzoni.
“Ho scritto tutte queste canzoni un paio di anni fa dopo la morte di mia madre. La canzone “Beating of the Sun” parla del dolore. Di quel periodo in cui qualcuno che ci ha lasciato lo senti ancora dentro e fuori la tua coscienza. Chiamo questa sensazione “camminare con i fantasmi” ed é stata proprio questa sensazione a dare il via a tutte le altre canzoni.”
Nonostante le recensioni abbiano suscitato paragoni con Annie Lennox, Suzanne Vega e Bjork, la voce di Lisa é immediatamente riconosibile ed unica, talvolta con una timbrica da ragazzina, tenera ed innocente così come le parole pronunciate con risonante chiarezza.
Altre volte risuona di esperienza, conquistata duramente sulla propria pelle.
“Cantare mi fa sentire come se stessi volando” dice.
“Quando canto entro dentro di me in modo diverso. Posso essere libera e forte, brutta e bella, dolce e arrabbiata, goffa e aggraziata, perfetta e imperfetta – soprattutto imperfetta! Mi permette di dire cosa provo anche quando non so di cosa si tratta”.
Qualsiasi cosa farà e ovunque andrà, Lisa Richards continuerà ad essere guidata da ciò che l’ha portata fin qua: la bussola dell’anima, le direttive del cuore e la miracolosa dote di scrivere canzoni.