Kozminski – “Il Primo Giorno Sulla Terra”
il nuovo album, dal 3 Dicembre 2013 in CD e tutti gli store digitali da New Model Label
Concerto di presentazione: Mercoledì 4 Dicembre 2013 – Arci 75 Beat, Via Privata Tirso, 3 – Milano
Inizio ora 21.00 – ingresso libero con tessera Arci
Link a video: “Granularia” – http://www.youtube.com/watch?v=jOXyNTn14sk
Kozminski. Un nome difficile come un sospetto, come un tackle disperato sull’asfalto di una strada impossibile. Sono di Milano, anche se le cinque carte d’identità coprono l’intero stivale. E tutto quello che finisce nella loro musica in definitiva non è altro che il tentativo di restituire la poesia che si respira negli appartamenti affacciati sulle circonvallazioni, gli abissi che si scorgono negli spartitraffico affollati di rifiuti, ma anche la mirabolante vertigine del mondo che si compone appena dietro i nostri occhi. L’immagine è più o meno questa: un cantautore sonnambulo che vaga per le vie della città all’interno di una vestaglia piovra multicolore cantando canzoni suggeritegli direttamente dalle radici degli alberi che spaccano i marciapiedi e scombinano i lastroni del pavè.
Biografia:
Attivi già dal 2007 con l’EP “Bausan”, è con il successivo album “Kozminski”del 2009 che hanno gettato le basi per il percorso che è culminato nell’incontro con Amerigo Verardi – musicista e produttore che ha collaborato con nomi come Afterhours, Baustelle e Virginiana Miller – e che ha messo a disposizione la sua multiforme esperienza per produrre la loro terza fatica in studio, “Il Primo Giorno Sulla Terra”.
“Il Primo Giorno Sulla Terra” è stato registrato da Giuliano Dottori (cantautore e chitarrista degli Amor Fou) e Andrea Mottadelli al Jacuzi Studio di Milano, mixato a Brindisi da Paolo Montinaro, con la collaborazione di Amerigo Verardi, e infine masterizzato da Maurizio Giannotti al New Mastering di Milano.
Dal 3 Dicembre sarà disponibile in tutti gli store digitali per New Model Label.
“Da un qualche fondo, attraverso il fumo polveroso, si intravvedevano lingue di fiamme e colate incandescenti; e intorno a queste le presenze umane non parevano reali, ma effetti di vaneggiamento notturno. Di qua dentro, il mondo esterno, da dove ogni tanto pervenivano echi semisepolti (voci, scampanellii di tram), diventava una regione inverosimile, come una Tule estrema di là da un rotta transpolare”. Non è un commento al nostro disco ma ci diamo da fare perché lo possa diventare.
Link: www.kozminski.it – www.newmodellabel.com
L’album, traccia per traccia:
La Metà’: Un vaso di fiori in un corridoio lungo lungo. Ti penso ogni tanto anche ora che non ci sei più e che tutto si è sistemato, soltanto a metà.
Grand Hotel Il Castello: Il vecchio fasto di un albergo sulle montagne appenniniche sopravvive anacronisticamente. In più è pure estate e non c’è un cazzo di nessuno. Una ‘Hotel California’ de’ noantri dove la solitudine diventa invece tranquillità.
Ritornello: Il lato solare della quotidianità. Non preoccuparti dice il ritornello, il tuo tempo è tutto intero e forse è abbastanza anche per te. Anzi lo è sicuramente, giacché spesso il relativismo è il tuo alibi preferito e manifesto.
Granularia: La Canon digitale si accende e mette a fuoco lontano, poi vicino. Verande apparecchiate sul litorale laziale, risa e schiamazzi: nessuno si accorge del crepuscolo che appiana e confonde le differenze. Dal mare un osservatore immaginario guarda verso la spiaggia dove tutti gli uomini cenano. Tutto sfuoca. E infine solo un punto rimane.
Niente: Mi è arrivata una lettera, di solito non ricevo corrispondenza tradizionale. E’ scritta a macchina, con molta probabilità una Olivetti Lettera 32, di quelle che usava mio padre. Dal foglio ingiallito il mio occhio salta di riga in riga quasi a voler emulare il movimento del ritorno a capo di chi ha scritto. Sei tu, lo so. Finalmente sei impazzita e istintivamente faccio la lettera a pezzettini e la libero fuori dalla finestra.
Roma: Un viaggio del tempo fisico di un weekend che però si dilata fino a che può, fino al punto di rendere il viaggiatore noncurante dell’alternarsi del giorno e della notte. Una ferrovia dietro il Pigneto, Ponte Garibaldi, la tangenziale est. Un giro in motorino in centro in un novembre caldo e poi a piedi verso piazza Navona. E poi di nuovo in macchina verso il mare. Di nuovo un treno per allontanarsi. Dentro Roma, Roma dentro.
Elliott: Va tutto bene. Perdiamoci, dunque. Brucerò ogni ponte dopo averlo attraversato e troverò posti stupendi dove perdermi ancora. Da costa a costa, da nord a sud.
Aspettare Il Mattino: Le cose di ogni giorno che scorrono in fila. Le ore che ogni giorno scorrono in fila: le otto, le nove, mezzogiorno, poi le tre e le dieci di sera. Le auto che ogni giorno scorrono e si incolonnano, le facce dentro ai finestrini sono le nostre. Anche oggi il veleno a forma di flaconcini è in fila sul comodino, ora si può dunque aspettare il mattino.
La Notte: Usciamo insieme per la prima volta. Fa freddo, pedalo forte, mille i fantasmi generati dal buio e cento le macchine che mi sfrecciano in direzione opposta. Ho veramente paura. Ma ora che ti vedo tutto fluisce veloce e naturale come una corrente di acqua verso il mare. Per stasera va bene così, è una notte speciale e normale.
Il Primo Giorno Sulla Terra: Prima c’è un prima e dopo nulla è più come prima. In mezzo c’è un viaggio oscuro, difficile, senza bussola, pieno di dubbi ma poi si atterra. Nulla è più come prima, dicevamo, tranne una bellissima malinconia del tempo e dello spazio che ora sono entrambi passati.
Dopo Il Tramonto: Aspettare il mattino, dal punto di vista del sole. Il sole è grande, è potente e anche stanotte ha sconfitto il cavaliere nero. Ma la novità è un’altra: nel rivelarci il suo lato più ‘lunare’ ci lascia intendere la sua vera forza nascosta.