Alessandro Romeo
“Tesi Di Redenzione”
in cd e digitale da New Model Label da Aprile 2013
Alessandro Romeo nasce nel maggio del 1985 a Torino.
Inizia a suonare in giro con diversi gruppi della provincia fino a quando decide di provarci da solo, prima con musiche per cortometraggi, spettacoli teatrali e sonorizzazioni varie, in seguito come chitarrista elettrico per poi approdare, in povertà, al chitarrismo classico come definisce lui stesso “senza corrente”.
E’ un momento importante quello perché lì scopre anche il suono della sua voce e che con le sue stesse parole, ci sta perfettamente.
Dal 2011 allora inizia a concepire, attraverso alcune prime demo, live in piccoli locali e per le strade di Torino, quello che sarà il suo primo disco “Tesi di redenzione”. In bilico tra canzone d’autore e improvvisazioni informali, in cui si narra di precarietà emotiva, inciviltà sociale ed affettiva con un tratto fortemente ironico e quasi incosciente.
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Alessandro Romeo – “Tesi di redenzione” – track by track
L’intero album è un viaggio che parte dal disagio di un’instabilità emotiva ed affettiva, verso una comprensione ed accettazione, quasi inevitabile, del dolore romantico portato da essa. Le prime tracce, apparentemente più ironiche, rappresentano la demonizzazione dei rapporti portati allo stremo, alla deriva. L’album si conclude con brani dal sapore più melanconico sottolineando una fase finale del viaggio, di “accettazione” dei rimorsi e dei “peccati”.
Amantide – “Amantide” è un brano d’amore, come quasi tutti quelli di “Tesi di redenzione”. Parla di una donna distante per scelta o per conseguenza. E parla del rapporto che la tiene così lontana, ma anche del fascino che sprigiona portandola ad essere il faro notturno costante di ogni pensiero.
“La casona” – “La casona” è il classico appartamento studentesco universitario, dove storie si consumano e si intrecciano avanzando i primi passi verso la società “condominiale” circostante. Dove è possibile trovare l’amore anche tra spacciatori e prostitute.
Zoo – “Zoo” disegna quello che circonda le strade periferiche di un Paese alla deriva. Persone, trattate come animali, cercano di sopravvivere in questa gabbia nascondendosi dalla luce del giorno, scappando dai pregiudizi delle giovani mamme e dagli spari dei poliziotti.
Puzza di pesce – “Puzza di pesce” è un brano nato da una frase di mio papà “è dalla testa che puzza il pesce”. I pensieri paranoici riguardanti sesso, rapporti privi di fondamenta, diventano fitti come banchi di nebbia. La troppa analisi degli avvenimenti, porta al deperimento della serenità, della freschezza. È una canzone sulla pesantezza di certi pensieri che quando iniziano non smettono più di girare. Forse l’ultima fase, il picco del degenero delirante che porta poi alla fase più dolce e rassegnata del disco.
Quando sono giù – “Quando sono giù” parla di solitudine, solitudine di coppia, solitudine domestica. La tristezza che trasforma le altre persone in avversari, in persone migliori rispetto a sè stessi. E la consapevolezza di una “madonna” che ci viene in salvo, che ci porta verso una speranza di migliorare, di essere più forti.
Karrina -“Karrina” è una donna che vive alla giornata, ama alla giornata, mischia pareri e uomini come fossero cocktails notturni. Spaventa perchè porta alla deriva i cuori di chi è caduto sotto il suo incantesimo, però insegna anche che tanto il domani porta sempre con sè un nuovo giorno, una nuova vita.
Siamo tutti stanchi – Quasi un canto popolare, basato sul lavoro, sulla falsità dei valori. Siamo finiti, sfiniti, in un periodo della storia molto pesante. Accettiamo, allora, di urlare la nostra stanchezza al cielo, magari sul bordo di un balcone un po’ alto e le lattine di birra già a terra che aspettano il nostro arrivo.
Barche – “Barche” è il pezzo che chiude il viaggio. Le barche di carta sono vite fragili, delicate, portate avanti dal soffio della propria o dalla volontà altrui. Il navigare lento del loro percorso lascia il tempo di pensare alle barche lasciate indietro, alle barche affondate.